Decreto Whistleblowing obbligatorio da due mesi: qual è lo stato dell’arte?

Direttiva Whistleblowing GDPR

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Il Decreto Whistleblowing è diventato obbligatorio per tutte le aziende con più di 50 dipendenti già due mesi fa. Ma qual è lo stato dell’arte tra le aziende italiane? Ecco una panoramica della situazione generale.

Cos’è il Decreto Whistleblowing

Il cosiddetto “Decreto Whistleblowing”, più correttamente D.Lgs 24/2023, è il decreto con cui l’Italia ha recepito la Direttiva Europea 2019/1937 sulla “Protezione delle Persone che Segnalano Violazioni del Diritto dell’Unione”.

Tale direttiva, la cui applicazione è obbligatoria per tutte le aziende pubbliche nonché quelle private con più di 50 dipendenti, prevede lo sviluppo di un sistema volto a:

  • Tutelare “chi, dopo aver constatato illeciti nell’organizzazione, denuncia l’illecito per dovere civico”​ (il c.d. whistleblower)
  • Agevolare le segnalazioni garantendo riservatezza al segnalante​
  • Permettere alle organizzazioni di rientrare in contatto con il segnalante al fine di ottenere eventuali maggiori informazioni necessarie per gestire le segnalazioni ricevute e intervenire correttamente sulla situazione

Per maggiori informazioni sulla Direttiva Whistleblowing, aziende che devono applicarla e obblighi derivanti dalla sua applicazione, leggi la nostra Guida Gratuita sull’argomento!

Lo Stato Attuale dell’Applicazione del Decreto Whistleblowing

L’applicazione del Decreto Whistleblowing è diventata obbligatoria anche per le aziende con meno di 250 dipendenti dal 17 dicembre 2023. Tuttavia, a due mese di distanza, sono ancora molte le aziende che, un po’ per mancanza di conoscenza dell’argomento e un po’ per inerzia, devono ancora implementare correttamente un piano di adeguamento alla norma.

Ma quali sono le fasi di questo processo di adeguamento alla normativa, lungo cui si sono perse molte aziende? Ecco una breve panoramica.

Fase 1: Conoscenza e Comprensione

La prima tappa del processo di adeguamento è sicuramente quella di informarsi sulla normativa.

Il compito in questo caso spetta al reparto legal dell’azienda o, in sua assenza, al reparto IT, in quanto la gestione delle segnalazioni richiederà sicuramente l’implementazione di processi che coinvolgono il reparto IT come software o piattaforme web.

Nel caso in cui l’azienda non disponesse delle risorse e delle competenze necessarie per affrontare con consapevolezza il Decreto, il consiglio è di affidarsi a realtà di consulenza specializzata, come Axsym, in modo da avere informazioni aggiornate, precise e indicazioni chiare sulle necessità tecniche-organizzative.

Fase 2: Implementazione Pratica

L’implementazione pratica del Decreto, svolta attraverso la collaborazione del reparto Legal, IT e HR, nonché con la supervisione della Direzione, richiede:

  • L’adozione di canali di segnalazione interni sicuri e accessibili
  • Lo sviluppo politiche aziendali chiare in grado di proteggere l’identità dei segnalanti (c.d Whistleblower) nonché gli stessi da qualsiasi forma di ritorsione
  • La formazione e sensibilizzazione dei dipendenti verso l’esistenza di tale strumento e indicazioni circa quando utilizzarle

Fase 3: Cultura Organizzativa

Una volta impostato le attività tecnico-organizzative necessarie per rispettare il Decreto, è necessario far sì che i lavoratori si sentino nelle condizioni di poter usare in sicurezza il canale di segnalazione messo a disposizione. Questo perché uno dei principali ostacoli all’applicazione efficace del Decreto Whistleblowing è la cultura organizzativa. Le aziende devono promuovere una cultura di trasparenza, responsabilità e rispetto, in cui la segnalazione di comportamenti scorretti sia incoraggiata e trattata con serietà.

Fase 4: Monitoraggio e Miglioramento Continuo

Come per tutte le normative, l’applicazione del Decreto non è e non deve essere considerato un processo statico. È necessario infatti mettere in atto un costante monitoraggio e adattamento delle politiche e dei processi aziendali connessi all’utilizzo del canale di segnalazione per garantire il rispetto delle normative e il benessere dei dipendenti.

Decreto Whistleblowing obbligatorio: lo Stato dell’arte

Mentre molte realtà con più di 250 dipendenti si trovano a un buon punto della fase di implementazione (anche perché per loro l’obbligatorietà è scattata il 15 luglio 2023), purtroppo sono ancora molte le realtà, specialmente con poco più di 50 dipendenti, che si trovano ancora agli inizi del percorso di adeguamento.

Ma è solo questione di tempo prima che venga annunciata la prima multa Whistleblowing, portando le organizzazioni a dare un’accelerata al processo: l’azienda che non applica, o applica in modo incorretto, il Decreto Whistleblowing rischia una sanzione amministrativa da 10.000 a 50.000 euro.

Servizi per l’adeguamento al Decreto Whistleblowing

Il Decreto Whistleblowing è più di una semplice legge: è un mezzo per promuovere la trasparenza, la giustizia e l’integrità nelle organizzazioni. Adeguare la tua realtà a questa normativa significa far sì che la tua organizzazione rispetti gli standard più elevati di etica e legalità acquistando maggiore affidabilità agli occhi non solo dei dipendenti ma anche dei partner, dei fornitori e dei clienti.

Se la tua azienda è tuttora nelle prime fasi del processo di adeguamento al Decreto Whistleblowing, non l’ha ancora iniziato o non capisce a che punto è e cosa manca, contattaci: i nostri esperti sono a disposizione per…

  • Mostrarti la strada per raggiungere l’adeguamento normativo al Decreto Whistleblowing
  • Supportarti nel processo di adeguamento, incluso lo sviluppo di processi e procedure in linea sia con la normativa che con le caratteristiche organizzative della tua azienda
  • Guidarti nel processo di selezione del Software Whistleblowing come canale di segnalazione interno
  • Permetterti di esternalizzare le fasi più delicate, come la qualifica delle segnalazioni
  • Implementare gli obblighi del Decreto nel rispetto della normativa privacy GDPR.

Per informazioni sui servizi, contattaci!

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