Green pass e smart working: indicazioni aggiornate

green pass e smart working

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Chi lavora in smart working deve avere il Green Pass?

A seguito del Decreto Green Pass (D.L. n. 126 del 16 settembre 2021), dal 15 ottobre sarà obbligatorio per i lavoratori, sia pubblici che privati, possedere ed esibire a richiesta il proprio Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. Ma l’obbligo vale anche per chi lavora da casa e quindi, tecnicamente, non “accede ai luoghi di lavoro”?

La risposta varia a seconda che ci si riferisca a lavoratori di aziende pubbliche o private. Ecco le differenze.

Green pass e smart working per gli impiegati statali

I lavoratori statali privi di Green Pass non potranno richiedere di lavorare in smart working (termine usato in realtà impropriamente in quanto sarebbe più corretto usare il termine home working). L’ha specificato il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione della Repubblica Italiana Renato Brunetta nella bozza delle linee guida. Nel documento è infatti scritto che, non solo il dipendente statale privo di Green Pass non potrà chiedere di lavorare da casa, ma anche che per le amministrazioni «non è consentito in alcun modo – riporta il documento – in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione».

Inoltre, specifica la nota, per richiedere di lavorare da remoto non sarà sufficiente affermare di essere in possesso del Green Pass: sarà necessario esibirlo al momento della richiesta.

Insomma non sembrano esserci scappatoie: dal 15 ottobre per i dipendenti statali il Green Pass sarà obbligatorio anche per lavorare in smart working.

Green pass e smart working per i lavoratori di aziende private

Sulla base delle informazioni fornite dalle istituzioni, per i lavoratori di aziende private operanti in smart working non sembra al momento richiesto di possedere il Green Pass.

Tuttavia è importante sottolineare che:

  • I lavoratori a cui è stata concordata la possibilità di lavorare da remoto saranno comunque tenuti ad avere ed esibire il Green Pass nel caso in cui non svolgano l’attività lavorativa nella propria abitazione ma presso spazi condivisi (es. spazi co-working)
  • La possibilità di lavorare da remoto, dove non è necessario essere in possesso del Green Pass, non è un diritto del lavoratore ma una facoltà che deve essere concordata e approvata dal datore di lavoro. Questo per scongiurare l’eventualità che qualche lavoratore desideroso di lavorare da remoto decida appositamente di non dotarsi di Green Pass per eludere l’obbligo di lavorare in ufficio.


Il datore di lavoro potrà quindi disporre per alcuni lavoratori il lavoro in smart working tenendo conto di diversi fattori quali:

  • Tipologia di lavoro svolto (es. non è possibile prevedere lo smart working per operai metalmeccanici che svolgono tutte le loro mansioni presso il centro produttivo aziendale)
  • Sicurezza (es. se non vi sono infrastrutture adeguatamente protette il lavoro da remoto rischia di incrementare notevolmente il rischio di attacchi informatici).  

Si può controllare il Green Pass da remoto?

No, non è possibile verificare il Green Pass da remoto.

Quindi non si può richiedere l’invio del Green Pass né tramite e-mail, né tramite chat, né tramite qualsiasi altro mezzo di trasmissione dati.
Questo perché il Green Pass contiene dati sanitari, quindi sottoposti a particolari restrizioni di trattamento.

L’unico modo con cui è possibile verificare il Green Pass nel rispetto delle direttive Ministeriali e del Regolamento Privacy (GDPR) è tramite il controllo “diretto” tramite l’app VerificaC19 (ne parliamo in modo approfondito in questo articolo).

Desideri ulteriori informazioni su Green Pass e GDPR?
Scarica la nostra Guida gratuita da questa pagina del nostro sito!

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