Cresce la possibilità su internet di imbattersi in una “truffa romantica”: trappole tese da persone o gruppi criminali organizzati con l’obiettivo di sedurre naviganti “deboli” del web tramite i social-network, creando profili “attraenti” e false identità. Il poco controllo che si ha in rete relativamente allo spazio delle relazioni induce a cadere in inganni ben congengati.
Caratteristiche della trappola
Una volta agganciati tramite siti di incontri o similari, gli adescatori instaurano con le vittime una relazione di fiducia fatta di messaggi adulatori, prima confidenziali e amicali, poi affettivi o persino sessualmente allusivi.
Tale relazione viene coltivata con costanza sul lungo periodo per creare, un passo alla volta, una relazione di attaccamento da parte dell’ignara vittima.
L’obiettivo finale è specifico: truffare i malcapitati attraverso richieste di denaro, adducendo insormontabili difficoltà finanziarie o di salute, che fanno sentire la vittima come “l’ultima ancora di salvezza” .
La sentenza
Con la sentenza n.3562/2021 del Tribunale di Catania, si è stabilito che qualora sia stato accertato il nesso di causalità tra il raggiro messo in atto e l’errore della vitima, non è affatto necessario verificare anche l’idoneità allo scopo dei mezzi usati a realizzare la truffa; anche se, nel caso concreto gli strumenti del raggiro si siano rivelati chiaramente idonei ad attrarre nella “ragnatela romantica” l’obiettivo del tranello.
La vittima ideale della “truffa sentimentale” è un soggetto poco socievole, a volte con problemi fisici o con difficoltà relazionali nella vita reale, che viene illusa di aver trovato il grande amore in una relazione virtuale ed inizia a “sostenere” economicamente il truffatore sentimentale.
In sostanza, il criminale approfitta di una situazione di vulnerabilità della persona per indurla a donargli volontariamente denaro.
I meccanismi psicologici della truffa
Gli artifici utilizzati per creare il contesto della truffa sono:
- la manipolazione esterna della realtà del criminale, attraverso la simulazione di circostanze inesistenti o la modifica ad hoc di circostanze reali,
- il raggiro che sostiene a parole la falsa realtà costruita per la vittima.
Di fatto il primo consente il “camuffamento” della realtà esterna;, mentre il secondo opera direttamente sulla psiche del soggetto la fine di rendere sempre più “reale” la favola costruita dal criminale.
Una volta ricostruiti questi due elementi, per l’accertamento del reato è sufficiente dimostrare che l’errore in cui è “cascata” la vittima sia stato conseguenza diretta del raggiro.
Il dolo
Nella tipologia di truffa in questione, inoltre, l’efficacia del mezzo utilizzato viene dimostrata dall’effetto raggiunto, anche qualora la vittima abbia ad un certo punto “sospettato” il raggiro ma abbia comunque provveduto a sostenere le necessità del criminale. L’ingenuità della vittima e la sua poca dimestichezza con gli strumenti web, in questo caso, non funge da attenuante rispetto alla gravità della condotta del criminale.